Le Mura di Gerico

POVIA A FERRARA IL 17 FEBBRAIO 2017 – A QUALCUNO PIACE CALDO?

Pubblicato da Claudio Pisapia il

Una “piccola” polemica con il giornale on line di Ferrara ‘estense’. Il succo è che questi ultimi hanno un pò manipolato il comunicato stampa dell’evento del 17 febbraio prossimo in Sala Estense alle 21.00 , inserendo delle proprie considerazioni.

Ascoltate il video e a voi le considerazioni.

MI DERIDONO PER IL CONCERTO A FERRARA IL 17 Febbraio.E SAREBBERO "GIORNALISTI"..?? SENTI COSA DICONO..(e chiariamo anche la cosa dei terremoti). CLICCA E DIFFONDI. Articolo QUI: http://www.estense.com/?p=596392 Estense.com – Per avermi in concerto promozione CD a rimborso spese: ufficiostampa@povia.net

Pubblicato da Giuseppe Povia su Lunedì 6 febbraio 2017

dopo il video, ragioniamoci su. Mi sembra importante per capire bene come funziona l’informazione, e vale a tutti i livelli ovviamente.

Facciamo l’esempio più classico: il debito pubblico. Siamo talmente sicuri che sia un enorme problema, lo diamo talmente per scontato che dire il contrario ti fa già indossare il vestito del pazzo o, appunto, del complottaro (Povia direbbe del Bimbominkia, credo). Ma perchè per la maggioranza delle persone lo è?

In fondo in nome del debito pubblico ci fanno accettare di tutto:  ci tolgano i letti agli ospedali, ci rubano i risparmi in banca oppure i nostri figli accettino lavori a 400 euro al mese e noi siamo pure contenti!!! ci tagliano le pensioni e le scuole peggiorano.

Riflettiamo: per paura del debito pubblico accettiamo qualsiasi nefandezza senza scandalizzarci. Perché? forse perché è vero che è un problema? Ma questo lo abbiamo deciso noi o ce lo continua a dire la Lilly Gruber e Giannino mentre prima ce lo dicevano tutti quelli che poi si sono comprati a prezzi stracciati mezza Italia con le privatizzazioni?

E noi sappiamo davvero che cos’è il debito pubblico? ce lo siamo mai chiesti sul serio? Qualcuno ci ha detto che la colpa è di Craxi e dei socialisti più di vent’anni fa e molti ancora credono a questa favola. Quanti si sono premurati di dare un’occhiata ai grafici? ai comunicati di Bankitalia e alle stesse interviste di Banchieri centrali, economisti seri e persino di capire le parole di Monti o di Amato che certe cose oramai le dice anche in televisione, sicuro del fatto che scivoleranno sulle persone come acqua e purtroppo anche sui giornalisti.

Noi crediamo a cose che ci vengono raccontate da anni senza averle mai verificate, le accettiamo e basta. Ci indigniamo se vediamo terremotati protestare ma poi ci passa, ancora una volta non è toccato a noi e questo basta. Ma attenzione: i terremoti, le banche che falliscono, i risparmi persi, il lavoro precario è dietro l’angolo per tutti, non ci sono segnali di miglioramento e forse sarebbe ora di mettere da parte un po di egoismo e dedicare del tempo a occuparsi di politica, economia e sociale.

Perché prima o poi potrebbe toccare a tutti e la Lilly non vi aiuterà!!!

Ma al di là del nostro essere indifferenti alle scelte che vengono fatte sulle nostre spalle il grosso problema è di chi ha lo strumento per informare e non lo fa, anzi, sfugge e direziona l’interesse da altre parti. Regime? comblotto? mah. Io direi ignoranza (e anche qui rimando al brano di Povia “Ignorante“) alimentata da un’informazione a misura di elite finanziaria e bancaria. Che fa passare grosse porcherie indisturbate e mai si accanisce contro le bugie di Renzi, Boschi, Amato, Monti, Fornero, Draghi e via dicendo. Tutti questi fanno parte del sistema e allora i giornalisti non insistono, non commentano e i cittadini seguono e subiscono.

Povia invece ci prova, ha studiato e dice cose importanti che persone serie prendono sul serio ma in questo caso Estense.com ci dà un ottimo esempio di come si pilota l’informazione (anche) a Ferrara. Basta inserire una parolina al posto giusto, non serve chissà che, ma basta a screditare.

La racconto pure io. E partiamo dai fatti. Il 17 febbraio prossimo il cantante Giuseppe POVIA sarà a Ferrara per un concerto/convegno sui temi dell’economia invitato da un Gruppo di Cittadini ferraresi che crede nella libera e democratica informazione. Tra l’altro l’iniziativa gode del patrocinio del Comune, che in questo caso si dimostra aperto alla libera espressione delle idee, a prescindere se coincidano o meno con l’indirizzo politico dello stesso e nella consapevolezza, probabilmente, che i cittadini debbano farsi la loro idea e non essere pilotati. Onore al Comune di Ferrara, almeno in questo caso.

Chiaramente dell’evento vengono messe al corrente le varie testate giornalistiche locali che riportano tutte, sostanzialmente, il comunicato stampa così come preparato dagli organizzatori. Tutti tranne estense.com la cui redazione decide di aggiungere una frase “Povia – cantautore già vincitore del Festival di Sanremo nel 2006 con il brano Vorrei avere il becco – negli ultimi tempi si è sempre più avvicinato a posizioni della sfera “complottista”, anti-euro e nazionaliste in materia di economia e politica, ma non solo: nel 2014 su Facebook diede una singolare spiegazione sul perché avvengono i terremoti, identificando i 7 miliardi di persone che la popolano e che si muovono su di essa come una delle possibili cause.

Frase che nei commenti all’articolo pubblicato viene così difesa dalla redazione: “Buongiorno, il comunicato non citava il caso dei terremoti ma abbiamo deciso di inserire la notizia per la completezza delle informazioni. Da parte nostra non rileviamo un intento denigratorio, sono dichiarazioni che Povia ha reso pubbliche su Facebook e non ha mai ritrattato. Speriamo di aver placato i suoi dubbi sul “giusto modo di fare informazione”. La redazione di Estense.com

Dunque la redazione di questo giornale ha deciso di aggiungere qualcosa in più per completezza di informazione ma perché non aggiungere quanto di condivisibile e serio ha fatto Povia? Per esempio le sue lotte per la famiglia, la sua lotta alla droghe dopo le sue esperienze negative vissute in prima persona, il suo essere cattolico, il suo abbandono dello “star system” con tutte le conseguenze del caso sulla sua carriera e sui suoi guadagni?

Questo comunicato, tra l’altro, viene ripreso negli stessi termini anche da ferrarabynight, notoriamente famoso e conosciuto per i contenuti di analisi macroeconomica.

Povia sta combattendo una battaglia in nome delle sue due figlie contro gli estense.com d’Italia, scrive canzoni dove racconta di quello che succede grazie alle scellerate scelte dei nostri governi che ci legano sempre di più ad una moneta che sta prendendo il sopravvento sulle nostre vite. In poche righe riesce a sintetizzare gli effetti di tali politiche sul quotidiano di tutti noi. E non è un visionario né tanto meno un complottista perché è supportato da teorie economiche consolidate e da economisti da premio Nobel. Si chiamano  Charles Goodheart, Winny Goodley, Warren Mosler, Stiglitz, Paul Krugman, Amartya Sen, James Mirrless, Chritopher Pissarides e persino Milton Fiedman padre del neoliberismo ha affermato che l’euro non può funzionare e poi insomma tutta la teoria monetarista fino alla MMT. E poi Bagnai e Borghi e insomma tanti che di questa roba qui ci capiscono, non pizza e fichi.

Potremmo poi citare a sostegno delle tesi portate in musica da Povia anche chi normalmente è contro! lo stesso Giuliano Amato (già citato all’inizio) che sostanzialmente ha dichiarato che l’euro non poteva funzionare, ma ne ha avviato il percorso già dagli anni ’90, e continuare con le affermazioni tra le righe di Mario Monti (idem), che però ci ha costretto all’austerità. A Mario Draghi che dice che i soldi alla BCE non possono finire ma intanto tagliano le pensioni e gli stipendi nonché il credito alle aziende e alle famiglie. Oggi persino la Merkel comincia a parlare di Europa a due velocità. E poi Renzi e Padoan e Gentiloni dicono che l’Europa non si comporta bene ma si affannano comunque a rispettare il patto di stabilità mentre Spagna e Francia fanno allegro e gaudente deficit e la Germania fa surplus commerciali da far vergognare la Cina e poi non trovano i soldi per i terremotati. E via di questo passo.

Insomma,  possiamo accettare che tutti i giornalisti siano alla Lilly Gruber?  ci piacerebbe che almeno fossero coscienti professionalmente che con una semplice frase messa in un articolo, una foto, una gioiosa o stupida affermazione su qualcosa che magari ognuno di noi fa almeno una volta al giorno ci si attribuisce il potere di dare un giudizio. Ci si attribuisce di conseguenza il potere di direzionare un giudizio su una persona, di veicolare gli umori dei lettori e indirizzarli verso una scelta piuttosto che un’altra.

Povia ha criticato molto Saviano sulle sue scelte in merito alle droghe ma io lo utilizzo per un suo ragionamento che fece una volta in TV in una trasmissione con Fabio Fazio in cui mostrava come alcuni giornali manipolavano le informazioni in tema di mafia. Se tu vuoi distruggere la credibilità di una persona basta poco, diceva, basta ad esempio riportare una sua foto in un atteggiamento naturale, un rito quotidiano che appartiene ad ogni essere umano tipo andare al bagno. Alzi la tavoletta, ti abbassi i pantaloni e la fai, magari leggendo il giornale. E’ un gesto naturale e fa parte della nostra vita ma se viene pubblicata una foto mentre un magistrato che lotta contro la mafia, ma anche un politico impegnato o un economista premio nobel, fa quel gesto quotidiano, allora la nostra mente non percepirà più allo stesso modo il suo messaggio quando intervistato o quando rilascia una dichiarazione. La nostra mente andrà a quella foto e la sua credibilità sarà indubbiamente lesa.

Un giornalista non può non conoscere questa regola e quando esce un articolo in un modo piuttosto che in un altro fa la sua scelta di informazione. Esprime un suo giudizio senza dirlo e quindi come verità ineluttabile. Ecco, il modo peggiore di fare informazione.

E qui si è espresso un giudizio, ma lo si è fatto in maniera chiara, dicendolo e senza doppi sensi. Non si cerca di pilotare l’informazione ma come libera espressione del proprio pensiero, dando libera scelta a chi legge di prendere libera posizione rispetto all’informazione data.

La ripetizione della parola libera è voluta.

 


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