Le Mura di Gerico

LETTURA GIORNALI: BREXIT E LA FUGA DALLA GRAN BRETAGNA

dal Corriere della Sera di oggi 30.06.2017

“Dopo Brexit preferiamo tornare”. La contro-fuga dei cervelli italiani

L’82% dei 5.755 nostri connazionali nel mondo accademico britannico vuole cambiare Paese. E uno su tre pensa di rientrare a casa. I risultati di un sondaggio dell’ambasciata d’Italia a Londra. I prof si sentono “scoraggiati”. Sulla scelta pesano l’esclusione dai progetti Ue e il previsto calo dei fondi europei

… e perchè mai queste persone vorrebbero lasciare la UK? “…Le ragioni sono molteplici: fine dei finanziamenti Ue alla ricerca, calo di studenti dal continente, diminuzione degli scambi scientifici, oltre a un crescente dissenso verso la politica del governo britannico nei confronti dell’università.”

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LA GABBIA

mio articolo di qualche tempo fa pubblicato da scenariconomici

Con la scelta di affidarci al mercato globale non credo siamo passati da un mondo chiuso a un mondo aperto. Così come non credo che un abbandono della Ue o dell’eurozona equivalga a chiudersi, cioè ritorno al passato, al vecchio, al brutto.

Credo invece che siamo passati da un mondo regolato a un mondo con sempre meno regole. Il passaggio dalle politiche Keynesiane a quelle neo liberiste ne ha richiesto infatti sempre di meno, perché questo tipo di mondo che hanno deciso per noi si basa principalmente sul profitto, che cresce laddove diminuiscono controlli e regole e laddove lo Stato non possa esercitare le sue funzioni di controllo e difesa degli interessi democratici, solidali e partecipativi. Quindi dagli anni 80 si è creato il mercato globale che conosciamo oggi, cioè la giungla, in cui vince chi produce peggio e a minori costi. Ovvero si è legalizzato sempre di più lo sfruttamento su scala mondiale!

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LETTURA GIORNALI. Si appanna il mito Brexit: gli inglesi hanno cominciato a fiutare la trappola (DAVVERO?)

Una vera perla regalata dal quotidiano Repubblica di oggi 24/06/2017, e che trovate qui , secondo il quale gli inglesi post brexit cominciano a piangere perché “…Con le regole Wto, le auto importate dalla Germania dovrebbero pagare un dazio del 10 per cento. Deloitte calcola che, fra dazi e svalutazione della sterlina rispetto all’euro, le auto tedesche costerebbero agli inglesi il 21 per cento in più di oggi. E le vendite di Volkswagen, Mercedes, Bmw, Ford e Opel crollerebbero, più o meno, nella stessa misura, mettendo a rischio almeno 18 mila posti di lavoro in Germania e, di rimbalzo, altre migliaia di posti di lavoro negli altri paesi, come l’Italia, legati alla catena produttiva dell’auto tedesca…”.

Insomma gli inglesi dovrebbero piangere perché i tedeschi esporteranno meno auto in Inghilterra … cioè proprio per il motivo per cui … dovrebbero ridere.

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IN GIRO PER BLOG: SCENARI DA BLOCKCHAIN

Prima di farsi, ancora una volta, sopraffare dalla solita asimmetria informativa e quindi cedere alla tentazione di non volerne sapere nulla delle crypto valute proviamo a ragionarci su e a cercare di capire gli eventuali scenari futuri ai quali dovremo necessariamente adattarci. Soprattutto se questo tipo di futuro ci darà una mano a migliorare la nostra vita o sarà semplicemente un nuovo strumento nelle mani dei potenti.

Oggi se ne stanno occupando le banche commerciali, le banche centrali, le grandi banche d’affari ed entità sovranazionali quali Amazon che già accetta pagamenti in Bitcoin. Moneta del futuro dunque, ma come ci entreremo noi gente normale in questo tipo di futuro? Non ho la risposta per adesso.

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L’AUTOMAZIONE DELLA PRODUZIONE: L’OPPORTUNITÀ PER LIBERARCI DALLA SCHIAVITÙ DEL LAVORO

In un’intervista di qualche mese fa Bill Gates, il fondatore della Microsoft nonché uomo più ricco del mondo, ragionava sul fatto che l’automazione sta portando via posti di lavoro. Questo crea un problema e la soluzione poteva essere tassare i robot e investire i soldi ricavati in formazione per i nuovi disoccupati.
Gates ammette che un’operazione di questo tipo potrebbe però rallentare la crescita delle aziende stesse, se il costo di queste tasse fosse a loro addebitato, in quanto smetterebbero di adottare robot nel ciclo produttivo. Ma proprio questo rallentamento sarebbe auspicabile, visto che ancora non siamo pronti a gestire un mondo così automatizzato.

…l’articolo continua qui su ferraraitalia oppure continua la lettura

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LE INCOMPRENSIONI SULLA MONETA, SUI BTP, LE BANCHE CENTRALI E SUL RUOLO DELLO STATO

Molte volte si parla di una Banca Centrale come di un’azienda. In effetti questi Istituti vengono investiti dallo stesso processo di disinformazione trentennale che investe gli Stati, ovvero che devono essere equiparati alle famiglie e alle attività commerciali. Insomma: rispetto dei parametri in capo al “buon padre di famiglia” che spende solo per quello che guadagna, entrate = uscite, e non si indebita! perché indebitarsi equivale a mettere in difficoltà i propri figli, quindi le generazioni future. Tutto torna.

Ma che tipo di azienda è una Banca Centrale? Cosa produce e cosa ci deve fare con gli eventuali guadagni?

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NOI SAPPIAMO! “UNO, NESSUNO E 10.000”

ATTENZIONE:

QUESTO EVENTO E’ STATO SPOSTATO AL 17 GIUGNO 2017 (STESSO LUOGO E STESSA ORA)

Evento periodico ad ingresso gratuito.

Cosa succederebbe se scoprissimo che debito pubblico e inflazione sono artifici contabili e perfettamente controllabili? … che della moneta conosciamo le funzioni ma non la natura? forse capiremmo che non ha senso l’austerità, le aziende che chiudono e le banche che falliscono, le famiglie che non arrivano alla quarta settimana e la disoccupazione “strutturale”.  E potremmo anche scoprire che esistono altre possibili teorie economiche e magari cominciare a pensare che non tutto è ineluttabile come ci dicono.

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