Le Mura di Gerico

SUCCEDE ALLA NORMALE DI PISA

Pubblicato da Claudio Pisapia il

alcuni eventi rincuorano. Sono forme di resistenza, di esplorazione:
«Noi crediamo che la scuola non sia senza colpe, avete reso l’università un’azienda. Perseguendo solo il profitto», hanno detto, rivolgendosi ai professori e agli accademici presenti in sala con loro. «Ha infatti promosso quella retorica dell’eccellenza e della meritocrazia che legittima il taglio delle risorse. Ha incoraggiato la creazione di piccoli poli di eccellenza iper finanziati. La scuola ha perseguito la deregolamentazione del personale esternalizzato di mensa e biblioteca. E ha rinunciato a una presa di posizione esplicita nel dibattito pubblico: questo silenzio è stato condiviso dalla maggioranza del corpo docenti. L’impegno civico è passato in secondo piano rispetto alla produzione scientifica. Perché l’impegno nel dibattito, lo schierarsi apertamente a favore di una certa posizione è considerato una macchia di cui l’accademico non deve sporcarsi? Questa disabitudine all’impegno, questa autoreferenzialità sono pericolose».
Ragazze fresche di Diploma in una scuola “prestigiosa” che invece di abbracciare il sistema ne evidenziano le pecche, comprendono i punti di rottura reali: la teoria economica che prevede le conseguenze che ci impoveriscono e creano la disuguaglianza nelle università; la mancanza di impegno e di volontà nell’affrontare un dibattitto profondo e che vada alle cause; la mancanza di democrazia reale nell’istruzione (come nelle cure e nell’accesso alle risorse in generale); l’assuefazione della classe dirigente ad un sistema che si nasconde dietro il mito della meritocrazia per limitare le risorse ai più e direzionarle al benessere fisico e intellettuale di pochi privilegiati.

Si potrebbe dire tanto, ma lasciamo che siano loro a rappresentare immagini che continueremo a non riuscire a vedere


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