La conoscenza imprigionata
La conoscenza è un concetto potente, oggi irriverente e confuso, ieri ignorato. Ma poiché esiste, sarebbe il caso di definirlo.
si parte dagli ziggurat, i Teocalli, le piramidi. Templi utilizzati per imprigionare le conoscenze e tenere lontani i cuori delle persone, rendere un privilegio l’osservazione dell’interiore e lo studio degli astri esterni. I sacerdoti e i re e poi gli scribi che scrissero quello che veniva tramandato, imprigionando dentro i libri quello che usciva timorosamente dai templi sacri.
Le religioni furono il passo successivo e necessario insieme alla sacralizzazione dei libri, contenitori di verità indicibili e indiscutibili e furono utilizzate quando servivano, quando il potere stava per venire meno, per rafforzarlo. Così fece Costantino e prima così tentarono di fare con i Veda indiani.
Gli dei scomparvero quando il loro tempo era finito, il loro servizio non più sufficiente. La verità fu diffusa con il monoteismo. Poi i grandi imperi soccomberono ad opera dei barbari, dell’incoscienza, di coloro che non vedevano i muri e i confini.
Ai tempi di Carlo Magno si combatteva ancora con le armi delle religioni, pretendevano sfere di influenza, ma predicavano lo stesso concetto, imprigionavano le stesse verità.
L’era dei lumi, la rivoluzione francese, un piccolo rigurgito e poi le tenebre, ancora.
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