Le Mura di Gerico

LA NATO SI RINFORZA. AUMENTANO ANCORA LE SPESE MILITARI NEL MONDO

Pubblicato da Claudio Pisapia il

Nel 2018, l’allora presidente degli USA, Donald Trump, aveva caldamente invitato gli alleati della NATO ad aumentare le loro spese per la difesa, l’imperativo era raggiungere l’obiettivo minimo del 2%, come concordato già nel 2014. Negli ultimi anni, tuttavia, non tutti lo hanno preso sul serio mentre gli Stati Uniti hanno registrato un balzo del 6% rispetto al 2021. Sono, infatti, di gran lunga il maggior contribuente al bilancio della NATO. Nel 2023, il Paese ha rappresentato 860 miliardi di dollari spesi dall’organizzazione, pari al 68% della spesa totale. Questo importo è oltre 10 volte superiore a quello del secondo paese, la Germania.

Complessivamente e secondo i dati SIPRI, gli stati membri della NATO hanno speso nel 2022 ben 1.232 miliardi di dollari con un incremento medio rispetto al 2021 dello 0,9 per cento e l’unico partner ad aver diminuito le spese per la Difesa è stata la Turchia, con 10.6 miliardi di dollari (meno 26 per cento rispetto al 2021), in calo per il terzo anno consecutivo (non sembrava in realtà, viste le sue tendenze/azioni espansionistiche nei Balcani e in Nord Africa).

Dopo le ultime affermazioni dello stesso Trump, oggi in odore di rielezione alla Casa Bianca, in cui invitava la Russia ad invadere quei paesi che ancora non avessero incrementato a sufficienza le spese militari, gli alleati si sono precipitati a fare i calcoli e la domanda che comincia a circolare è se l’Europa possa essere in grado di fare da sola in caso di attacco ad uno dei Paesi dell’Alleanza. Secondo la mia opinione no! più per questione di mentalità che di armamenti o possibilità di spesa.

Ebbene, circa due terzi dei 31 paesi membri della Nato – ovvero più o meno 20 – si starebbero avvicinando alla soglia minima richiesta da Trump (dedicare alla difesa il 2% del Pil nel 2024). Si tratta di
un numero molto più alto delle stime più recenti dello scorso luglio (11 Paesi) e dei dati certificati nel rapporto annuale del 2023 (6 Paesi). Segno appunto di una crescita generale o di una “paura” generale o semplicemente si è capito che gli investimenti in armi fruttano.

Secondo le stime elaborate in un report della NATO nel luglio scorso, nel 2023 i paesi membri dell’alleanza ad aver raggiunto l’obiettivo del 2 per cento sono stati 11 sugli allora 30: oltre agli Stati Uniti (3,49%), lo hanno fatto la Polonia (3,9%), la Grecia (3,01%), l’Estonia (2,73%), la Lituania (2,54%), la Finlandia (2,45%), la Romania (2,44%), l’Ungheria (2,43%), la Lettonia (2,27%), il Regno Unito (2,07%) e la Slovacchia (2,03%). L’Italia è 24esima, al di sotto della media NATO che è dell’1,65 per cento. Secondo le stime di spesa che riguardano il periodo tra aprile 2023 e dicembre 2024, l’Italia contribuirà nel complesso al bilancio della NATO per l’8,7 per cento, e sarà la quinta dopo Stati Uniti e Germania (entrambi al 16,2 per cento), Regno Unito (11,2) e Francia (10,4).

Interessante che la Grecia dedichi più del 3% del suo PIL alla Difesa. Avrà i suoi buoni motivi, un po’ oscuri ai più mentre molto più chiari sono quelli della Polonia che è arrivata quasi al 4%. Paura della Russia e voglia di diventare il primo partner europeo degli Stati Uniti.

L’Italia in termini assoluti, e rispetto alla spesa generale dello Stato è passata, nel periodo dal 2016 al 2023, da 19,9 a 27,7 miliardi di euro destinati alla Difesa, con un aumento progressivo e costante nel periodo che tiene conto anche dell’aumento dell’inflazione. In termini percentuali è rimasta pressoché stabile: dal 3,3 per cento del 2019 al 3,2 del 2023, con un picco del 3,5 nel 2020. Per il 2024 il ministro Crosetto vorrebbe arrivare a spendere poco meno di 30 miliardi.

E cosa succede fuori dalla NATO? cosa si spende in armamenti? Vediamo le informazioni disponibili partendo dal sito di SIPRI che monitora annualmente questi movimenti. Dati disponibili al 2022.

La  spesa militare mondiale è aumentata del 3,7 per cento in termini reali (al netto dell’inflazione) nel 2022 fino a raggiungere i 2.240 miliardi di dollari, raggiungendo un nuovo massimo storico. Siamo all’ottavo anno consecutivo di incremento globale della spesa.

Dopo gli Stati Uniti e i suoi 877 miliardi di dollari, salgono sul podio Cina e Russia, con rispettivamente 292 e 86,4 miliardi di spese stimate: queste tre nazioni insieme rappresentano oltre la metà della spesa globale nel 2022 che il SIPRI valuta prendendo in esame non solo i bilanci della Difesa ma anche le spese che ricadono su altre voci dei bilanci degli stati e che riguardano il settore Difesa & Sicurezza.

Seguono l’India al 4° posto con 81,4 miliardi (più 6 per cento rispetto al 2021), l’Arabia Saudita con 75 miliardi (+16 per cento), la Gran Bretagna con 68,5 miliardi dei quali 2,5 versati all’Ucraina in aiuti militari.


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