Le Mura di Gerico

ASCOLTO TV: OMNIBUS DEL 19 OTTOBRE 2017

Luigi Marattin

Se manteniamo questo livello di avanzo primario, se la bce arriva al target dell’inflazione al 2 per cento il debito scenderà naturalmente del 2 per cento l’anno senza fare altro. Aggiungo la mia opinione personale, facendo delle serie privatizzazioni il processo si accelera e si rinforza

Le mie considerazioni per fare il simpatico

Mi vengono le seguenti considerazioni: 1) per il passato: se mia mamma fosse stata un uomo io non sarei nato; 2) per il futuro: se vincessi alla lotteria potrei finalmente comprare la villa al mare e 3) per il presente: se mi ritrovo con politici/consiglieri/economisti che viaggiano alla velocità del “se” di sicuro non ho speranze per il futuro dei miei figli.

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LA STORIA NON DETTA DELL’ECONOMIA DIVERSA

La storia insegna ma non ha scolari. Questa frase sentita da filosofi, economisti e anche storici di mestiere dovrebbe farci pensare, ma a che cosa?

Al fatto, probabilmente, che tendiamo ad ignorare che quello che succede oggi, e magari getta le basi per quello che succederà domani, è semplicemente già successo. Ma anche che essendo successo in un altro ambiente storico, con caratteristiche peculiari e ambienti speculari a quelle determinate situazioni, pur ripresentandosi non potrà mai essere trattato allo stesso modo.

E quindi la storia serve o non serve? La storia serve come monito, come interfaccia e come banco di prova per modulare istanze che nel tempo variano le modalità ma tengono saldi i presupposti.

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CANCELLARE IL DEBITO PUBBLICO? PER MCKINSEY NON E’ UN PROBLEMA, MA AI MERCATI FINANZIARI NON CONVIENE

Questo articolo scritto da me e Claudio Bertoni, pubblicato su ferraraitalia qui ed inserito anche nel mio libro “Pensieri Sparsi” parla di un report che ci diede un po’ di speranza su una possibile inversione di tendenza rispetto alla comune e distorta immagine del debito pubblico. Sono passati più di due anni e, come mi diceva un paio di sere fa Claudio mentre preparavamo i nostri incontri per il programma partecipato del Comune di Ferrara nell’ambito del Festival di Internazionale … ci eravamo sbagliati alla grande. Non è cambiato il comune sentire e, forse, non ci sono nemmeno segnali di un cambiamento in atto .

McKinsey, società di consulenza finanziaria considerata come la più influente al mondo, con all’attivo clienti di alto profilo quali società internazionali e persino governi, il 15 febbraio scorso ha pubblicato un dossier sull’indebitamento di Stati, aziende e famiglie dall’inizio della crisi ad oggi. Ebbene, il debito mondiale è aumentato di 57.000 miliardi di dollari determinando un rapporto debito/pil del 289%. Sono cifre da paura: il mondo è super indebitato e verrebbe da chiedere “con chi? Con gli abitanti di Venere?”. Ma tant’è… e sulla Terra, senza tanto discutere su chi sono debitori e creditori (sempre lo Stato), si cercano affannosamente le soluzioni.

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NON CI SONO SOLDI. DEBITO E MONETA, A VANTAGGIO DI CHI?

 

Venerdì 29 settembre
Sala “Zamorani” I° piano
c/o Ascom via Baruffaldi 14/18 Ferrara
ORE 17,30

“Non ci sono soldi”. Debito e moneta, a vantaggio di chi?

Se ti sei chiesto che cos’è la moneta, il debito pubblico, la spesa a deficit di uno stato; se ti sei
chiesto se la frase “Non ci sono soldi” abbia senso, in questo incontro osserveremo cos’è la moneta
e il debito pubblico e ci accorgeremo che la realtà è diversa dalla narrazione.

Dialogano con Marco Cattaneo: Claudio Pisapia e Claudio Bertoni del Gruppo ECOnomia di FErrara

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A COSA SERVE IL DEBITO PUBBLICO E SE DEVE ESISTERE: SPRAZZI!

L’ANSA, poi ripresa un pò da tutti i giornali, in questi giorni ci ha informato del “nuovo record del debito pubblico: a luglio è stato pari a 2.300 miliardi, in aumento di 18,6 miliardi rispetto al mese precedente”. Una ottima performance, in effetti l’unica che davvero sfugge a qualsiasi smentita o possibilità di essere interpretata faziosamente, a differenza dei dati su occupazione e disoccupazione, sempre più criptici e di difficile comp

rensione. Oppure dei dati sulla crescita, dove gli zerovirgola si sommano agli unovirgola per dirci davvero poco perché in fondo, laddove non c’è redistribuzione, anche una crescita del 20% potrebbe non vederci particolarmente coinvolti. Ci visualizzano la quantità nascondendoci la qualità che invece servirebbe ( e comunque qua non si vede nemmeno la quantità …)

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CONFLITTI DI CLASSE. L’AUSTERITÀ NON E’ PER TUTTI

Vi propongo un tuffo nella disuguaglianza alimentata da stipendi e liquidazioni di chi viene tenuto fuori (o si tiene fuori) dai vincoli dell’austerità. Lo facciamo con la constatazione che esiste una propaganda di regime che tenta (e riesce) a distogliere continuamente l’attenzione da coloro che si ingrassano e il 99% della popolazione che soffre ed è costretta anche a vergognarsi se l’austerità gli ha lasciato il diritto a una visita medica o gli consente la gravidanza a casa.

Questo perché in questo sistema i figli non sono un valore o una gioia ma un costo e un problema, e se si lascia un diritto a una categoria altri potrebbero volerlo esteso. Il ragionamento è uguale a quello dei tempi gloriosi dei principi e dei re.

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