Le Mura di Gerico

LO “STRANO CASO” DELL’AVV. MARCO MORI E LE ELEZIONI A GENOVA

Mi sono chiesto chi voterei se fossi genovese e mi sono risposto: Marco Mori.

Però non sono mai stato a Genova, e allora me lo sono richiesto anche perché non vorrei sembrare essere di parte visto che tra i candidati Mori è l’unico che conosco personalmente… ma mi sono risposto di nuovo: Marco Mori.

Ebbene sì, mi scopro recidivo ma me lo voglio spiegare, perché mi piace capirmi!

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LETTURA GIORNALI: DIMINUISCONO I POVERI, DICE LA GLOBALIZZAZIONE

…anche uno dovrebbe essere troppo…

Ma cosa vuol dire essere davvero povero? in effetti anche questo non è un dato “realmente” oggettivo. Si è poveri per statistica se si rientra in alcuni parametri decisi, tra l’altro, da chi povero non lo è mai stato.

Certo è anche giusto che un parametro bisogna darselo, altrimenti gireremo intorno al fuoco inutilmente e senza nemmeno scaldarci… quindi dobbiamo necessariamente dare per buoni determinati parametri ma poi, però, bisogna tenerli bene a mente quando qualcuno li interpreta in un modo o in un altro o quando semplicemente quel qualcuno vuole raccontare una sua storia sfuggendo alle nostre considerazioni e alla nostra intelligenza.

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LETTURA GIORNALI: DIFFUSIONE DEL TERRORE SU ITALEXIT

da ilsole24ore, articolo di Wolfgand Munhau “Quello che Di Maio non dice (o forse non sa)”

La prima cosa che ho fatto dopo aver letto  questo articolo, e aver pianto non poco! è stata quella di girare per la rete per avere un quadro del “giornalista”. Sembra un vero criticone, ha trattato male Prodi, Berlusconi, Monti, Di Maio ma anche la Merkel. E’ stato un po’ neoliberista e anche un po’ keynesiano, un po’ a favore dell’austerità e un po’ per politiche espansionistiche, non si è fatto mancare nulla insomma.

Poi ho pensato che, in fondo, se ilsole24ore sta’ fallendo una ragione ci dovrà pur essere e forse Wolfgang è una di queste.

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LETTURA GIORNALI: DRAGHI E L’INFLAZIONE

direttamente dall’Ansa

Draghi: “Più crescita è chiave per ridurre debito”

non lo so, vediamo così: “Più crescita è chiave per stare meglio”, si suona meglio ed è più stimolante … mi impegno di più per produrre più pomodori, scuole, ospedali piuttosto che mi impegno di più per produrre più numeri da inserire in un foglio di bilancio, ok.

La bassa crescita dei salari, che sono “ben al di sotto delle medie storiche”, è uno degli elementi che rallentano l’inflazione nonostante l’azione della Bce.

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LETTURA GIORNALI: PRIVATIZZAZIONI E GIUSTIZIA SOCIALE

Riprendo da ilsole24ore , articolo: privatizzazioni, nuovo fronte del governo.

“Il punto è che, come spiega un altro ex “liberal” e poi renziano della prima ora come il presidente della commissione Bilancio della Camera Giorgio Tonini – come d’altra parte è un ex “liberal” lo stesso premier Paolo Gentiloni – che la sconfitta referendaria del 4 dicembre ha mostrato un’incapacità del governo di spiegare le riforme tra i ceti più deboli e tra i giovani. Ceti che ora qualcuno nel Pd pensa di tutelare meglio con un maggiore intervento pubblico. «Ho dei problemi, Matteo, a privatizzare le Frecce con dentro il trasporto regionale usato dai pendolari», sono state non a caso le parole usate nella direzione del Pd da Delrio. «Ma la tutela dei ceti più deboli – argomenta Tonini – non può significare il ritorno allo “statalismo” anni 50. Bisogna stare attenti a non confondere i fini con i mezzi. È chiaro che una forza politica della sinistra riformista deve porsi come obiettivo quello garantire i bisogni dei cittadini più deboli ma questo può avvenire anche con strumenti privati, ad esempio prevedendo l’intervento pubblico laddove per il privato non è remunerativo». Le privatizzazioni in programma, del resto, non mettono a rischio il servizio universale, né su Poste né su Ferrovie, e d’altra parte, ricorda ancora Tonini, già nelle tesi dell’Ulivo del ’95 era stabilito che utilità sociale non significa per forza proprietà pubblica. Una divisione, questa, destinata ad emergere con forza con la campagna congressuale e il Def da scrivere.”

Cerchiamo, come al solito, di andare al di là delle parole e alla ricerca dei significati.

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IN GIRO PER BLOG – EURO: COSTA DI PIU’ INSISTERE O LASCIARE?

Alcune precisazioni:

lo spunto per quanto di seguito è venuto dalla lettura di un post che trovate integralmente qui e scritto dal prof. Massimo D’Antoni il quale approfondisce meglio (ovviamente) l’argomento (da un punto di vista scientifico, intendo) anche utilizzando le formule del caso. Nel mio post cerco di semplificare al massimo il suo intervento e aggiungo le mie considerazioni e valutazioni.

I grafici utilizzati di seguito sono presi dallo stesso blog a cui ho già rimandato sopra.

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STORIE – UN / IL DEBITO DELLA MADONNA

La storiella è di Margaret Kennedy, coordinatrice di un circuito di monete complementari locale tedesco: “In Paradiso, intorno a Natale l’anno scorso, la Madonna si ricorda all’improvviso, stiamo preparando per i festeggiamenti, per la nascita di Gesù e si ricorda all’improvviso che aveva contratto un debito non pagato. Quando era Leggi tutto…

LETTURA GIORNALI – PREDICHE DALLA / ALLA BCE

Foto Roberto Monaldo / LaPresse
21-11-2015 Roma

“…questo può rivelare che c’è più capacità inutilizzata nei mercati del lavoro dell’eurozona di quanto non mostrino i tassi di disoccupazione”

Questa frase è un estratto dell’intervista a Peter Praet, capo economista della BCE, apparsa sul sole24ore, ed è forse l’unica grande verità che ha detto. Vuol dire che probabilmente la disoccupazione nell’eurozona è più alta di quella rilevata dai dati statistici, quindi anche in Italia.

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LETTURA GIORNALI – PATTO TRA GENERAZIONI

Ansa di oggi 22/03/2017

I giovani diventano autonomi a quasi quarant’anni

Studio fondazione Visentini: le tasse favoriscano le nuove generazioni, paghino i più anziani

(trattasi di famiglia… competono per finta!)

In grande e in titolo (sopra in grassetto) viene rappresentata la realtà, quindi quello che sta succedendo in Italia, cioè che i giovani non riescono a rendersi autonomi e a lasciare le famiglie di origine.

Questo, si dovrebbe sapere, e soprattutto da parte di chi fa (o dovrebbe fare) informazione, è causato dalla mancanza di offerta di lavoro, alta disoccupazione, e dal fatto che molte volte il lavoro che si trova non da la possibilità di emanciparsi, costruirsi una vita, causa anche bassi salari e magari ridotta aspettativa di riuscire a tenersi persino quello.

Cioè è semplice: i giovani faticano a rendersi autonomi perché non c’è lavoro o perché quando lo trovano è pagato troppo poco. In un mondo normale questa sarebbe la notizia, l’informazione.

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