Le Mura di Gerico

OLTRE LA LAMPADINA DEL LAMPIONE DIETRO CASA … MARCO MORI SINDACO DI GENOVA

… estratto dal programma di Marco Mori, candidato Sindaco a Genova.

Ma non solo, come accennato sopra, impostare politiche basate sul solo potenziamento delle esportazioni implica aritmeticamente l’intervento deflattivo sui salari fino alla totale disapplicazione, già in atto, dell’art. 36 Cost. che prevedeva un parametro chiaro a cui ancorare la retribuzione, ovvero la proporzionalità alla quantità e qualità dell’opera prestata, ma in ogni caso la sufficienza della stessa a garantire al lavoratore ed alla sua famiglia un’esistenza libera e dignitosa.

In sostanza noi non dobbiamo più competere sui mercati internazionali, le bestie competono!

Gli uomini devono cooperare, ergo dobbiamo tornare allo sviluppo della nostra domanda e del nostro settore produttivo, ripudiando politiche mercantiliste e la stessa globalizzazione, che anzi andrebbe chiamata “glebalizzazione”, visto la tendenza di tutta l’economia mondiale ad aggiustare gli squilibri della bilancia dei pagamenti nazionali attraverso l’abbattimento dei salari. Secoli di lotte sindacali vanno in fumo per quattro regole criminali volute da un gruppetto di speculatori finanziari che oggi i nostri politici servono e frequentano con sempre maggiore dedizione.

Leggendo alcune parti del testo, magari prese singolarmente, sembrerebbero avulse da un contesto locale. Cosa c’entra con un Comune, con una comunità locale che deve confrontarsi con i problemi giornalieri, la pulizia delle strade, il degrado delle periferie, l’edilizia scolastica, il trasporto locale, il lampione rotto.

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LO “STRANO CASO” DELL’AVV. MARCO MORI E LE ELEZIONI A GENOVA

Mi sono chiesto chi voterei se fossi genovese e mi sono risposto: Marco Mori.

Però non sono mai stato a Genova, e allora me lo sono richiesto anche perché non vorrei sembrare essere di parte visto che tra i candidati Mori è l’unico che conosco personalmente… ma mi sono risposto di nuovo: Marco Mori.

Ebbene sì, mi scopro recidivo ma me lo voglio spiegare, perché mi piace capirmi!

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LETTURA GIORNALI: PRIVATIZZAZIONI E GIUSTIZIA SOCIALE

Riprendo da ilsole24ore , articolo: privatizzazioni, nuovo fronte del governo.

“Il punto è che, come spiega un altro ex “liberal” e poi renziano della prima ora come il presidente della commissione Bilancio della Camera Giorgio Tonini – come d’altra parte è un ex “liberal” lo stesso premier Paolo Gentiloni – che la sconfitta referendaria del 4 dicembre ha mostrato un’incapacità del governo di spiegare le riforme tra i ceti più deboli e tra i giovani. Ceti che ora qualcuno nel Pd pensa di tutelare meglio con un maggiore intervento pubblico. «Ho dei problemi, Matteo, a privatizzare le Frecce con dentro il trasporto regionale usato dai pendolari», sono state non a caso le parole usate nella direzione del Pd da Delrio. «Ma la tutela dei ceti più deboli – argomenta Tonini – non può significare il ritorno allo “statalismo” anni 50. Bisogna stare attenti a non confondere i fini con i mezzi. È chiaro che una forza politica della sinistra riformista deve porsi come obiettivo quello garantire i bisogni dei cittadini più deboli ma questo può avvenire anche con strumenti privati, ad esempio prevedendo l’intervento pubblico laddove per il privato non è remunerativo». Le privatizzazioni in programma, del resto, non mettono a rischio il servizio universale, né su Poste né su Ferrovie, e d’altra parte, ricorda ancora Tonini, già nelle tesi dell’Ulivo del ’95 era stabilito che utilità sociale non significa per forza proprietà pubblica. Una divisione, questa, destinata ad emergere con forza con la campagna congressuale e il Def da scrivere.”

Cerchiamo, come al solito, di andare al di là delle parole e alla ricerca dei significati.

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