NON CI SONO SOLDI. DEBITO PUBBLICO E MONETA
FESTIVAL DI INTERNAZIONALE 2017
“NON CI SONO SOLDI. DEBITO E MONETA, A VANTAGGIO DI CHI?”
ESTRATTO VIDEO DELL’INCONTRO, IL MIO INTERVENTO
Di seguito un estratto dal mio libro “Pensieri Sparsi”. Su questo blog trovate la sezione dedicata e i link dove acquistarlo formato ebook. Il cartaceo è normalmente reperibile alle conferenze del GECOFE – NOI SAPPIAMO. Oppure, come sempre, organizza tu un incontro
… In effetti dopo le distruzioni della guerra ci fu da ricostruire e rifornire le famiglie di ogni cosa. La gente non aveva niente e quel niente andava colmato con frigoriferi, mobili, radio e poi televisori. Terreno fertile per le politiche Keynesiane che guidarono la rinascita del mondo occidentale, compreso il Giappone con le sue caratteristiche peculiari di indirizzo da parte della BOJ verso le banche commerciali. Nessuno protestava per l’intervento dello Stato che sosteneva la domanda attraverso il sostegno alle politiche industriali e con il nascente “Stato Sociale”, tutto era funzionale e serviva e la gente lo capiva, soprattutto vedeva i miglioramenti nelle prospettive future.
Info http://www.mondadoristore.it/Pensieri-Sparsi-Claudio-Pisapia/eai978882643983/ Da Asino Rosso libri eBook, “Pensieri Sparsi” un libro “antieconomico” digitale eretico e controculturale del sociologo futuribile Claudio Pisapia, tra i curatori del Gruppo Cittadini Economia Ferrara. In un’epoca in cui il benessere delle persone si misura dal livello dello spread tra titoli pubblici di diverse Nazioni e Leggi tutto…
In un’intervista di qualche mese fa Bill Gates, il fondatore della Microsoft nonché uomo più ricco del mondo, ragionava sul fatto che l’automazione sta portando via posti di lavoro. Questo crea un problema e la soluzione poteva essere tassare i robot e investire i soldi ricavati in formazione per i nuovi disoccupati.
Gates ammette che un’operazione di questo tipo potrebbe però rallentare la crescita delle aziende stesse, se il costo di queste tasse fosse a loro addebitato, in quanto smetterebbero di adottare robot nel ciclo produttivo. Ma proprio questo rallentamento sarebbe auspicabile, visto che ancora non siamo pronti a gestire un mondo così automatizzato.
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Fino al 1981 la Banca d’Italia era prestatrice di ultima istanza, cioè comprava tutti di titoli di Stato emessi dal Ministero del Tesoro che eventualmente fossero andati invenduti alle aste periodiche. Questo voleva dire principalmente due cose: la prima, era possibile tenere sotto controllo l’interesse al quale si voleva vendere i titoli; la seconda, conseguente alla prima, nel caso il mercato avesse preteso interessi troppo alti lo Stato italiano si sarebbe potuto rifiutare di pagarli avendo a sua disposizione un Ente pubblico che li avrebbe comunque comprati.
Un’altra considerazione da fare, anzi altre due: a quel tempo, quindi, si monetizzava il debito; in fondo se era possibile monetizzare i titoli allora sarebbe stato possibile anche evitare di inscenare la farsa dell’asta pubblica per la vendita di tali titoli.
http://www.dailymotion.com/video/x5e9khp Una bella serata di parole e musica il 17 febbraio 2017 con Giuseppe Povia in Sala Estense a Ferrara. … un estratto …
Il sole24ore ci informa che la Grecia paga sui suoi titoli di stato un interesse che si approssima al 10%.
Immaginiamo di avere un mutuo con una qualsiasi banca e di pagare quell’interesse, quando tutti pagano interessi prossimi allo zero. La prima reazione sarebbe di incredulità, poi rabbia e infine si andrebbe dai carabinieri per sporgere denuncia. Se ci mettessimo a fare i conti, sempre sul nostro mutuo, scopriremmo probabilmente che non riusciremmo mai a ripagare quel debito e prima o poi saremo costretti a cedere la nostra casa all’usuraio, pardon, alla banca. Questo ovviamente dopo aver tentato di ripagare il debito cedendo tutto il nostro stipendio, la macchina, il giardino, lo ius prime noctis su nostra moglie, tolto dalla scuola i figli e averli mandati a lavorare a qualsiasi condizione e abbandonato il cane sull’autostrada.
idee che vengono ascoltando Giovanni Zibordi
“la BCE compra anche obbligazioni delle aziende, ma solo di quelle che vanno meglio…”
E’ in queste “piccole” cose che possiamo cogliere l’assurdità di una Banca Centrale che si comporta come un’azienda e non come quell’Istituzione che CREA il denaro, o almeno potrebbe e dovrebbe farlo. Si comporta come quell’azienda che compra un titolo e sta attenta a non avere perdite quando in realtà potrebbe prestare e non aver bisogno che il prestito gli sia restituito perché i soldi li può stampare. Però deve mantenere le apparenze e allora compra ciò che gli appare sicuro, salva l’apparenza e permette all’inganno di perdurare.
Uno dei fenomeni più rilevanti degli ultimi decenni e che ha determinato la situazione attuale di crisi perdurante, sia in termini prettamente economici che anche di valori, è la privatizzazione dell’emissione monetaria con la quale si è sostituita la moneta con il debito. Cioè lo Stato ha rinunciato sempre di più al suo potere di emettere moneta e bilanciare così il rapporto tra i beni in circolazione e lo strumento per farli girare. Oggi siamo un po’ alle strette per cui potrebbe essere logico cominciare a fare un discorso inverso, cioè sostituire il debito con la moneta.
All’atto pratico quanto sta facendo la Bce di Draghi va in questa direzione, infatti sta comprando Btp, cioè debito degli Stati, dietro moneta che però non è direttamente destinata ad attività economiche reali e per questo non ce ne stiamo accorgendo più di tanto.
Possono finire i soldi? Dopo il 1971 la moneta non è più legata all’oro. Per avere più denaro non è più necessario scavare delle miniere e trovare oro che garantisca l’emissione di ulteriore moneta.