Le Mura di Gerico

LA GABBIA

mio articolo di qualche tempo fa pubblicato da scenariconomici

Con la scelta di affidarci al mercato globale non credo siamo passati da un mondo chiuso a un mondo aperto. Così come non credo che un abbandono della Ue o dell’eurozona equivalga a chiudersi, cioè ritorno al passato, al vecchio, al brutto.

Credo invece che siamo passati da un mondo regolato a un mondo con sempre meno regole. Il passaggio dalle politiche Keynesiane a quelle neo liberiste ne ha richiesto infatti sempre di meno, perché questo tipo di mondo che hanno deciso per noi si basa principalmente sul profitto, che cresce laddove diminuiscono controlli e regole e laddove lo Stato non possa esercitare le sue funzioni di controllo e difesa degli interessi democratici, solidali e partecipativi. Quindi dagli anni 80 si è creato il mercato globale che conosciamo oggi, cioè la giungla, in cui vince chi produce peggio e a minori costi. Ovvero si è legalizzato sempre di più lo sfruttamento su scala mondiale!

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IN GIRO PER BLOG: SCENARI DA BLOCKCHAIN

Prima di farsi, ancora una volta, sopraffare dalla solita asimmetria informativa e quindi cedere alla tentazione di non volerne sapere nulla delle crypto valute proviamo a ragionarci su e a cercare di capire gli eventuali scenari futuri ai quali dovremo necessariamente adattarci. Soprattutto se questo tipo di futuro ci darà una mano a migliorare la nostra vita o sarà semplicemente un nuovo strumento nelle mani dei potenti.

Oggi se ne stanno occupando le banche commerciali, le banche centrali, le grandi banche d’affari ed entità sovranazionali quali Amazon che già accetta pagamenti in Bitcoin. Moneta del futuro dunque, ma come ci entreremo noi gente normale in questo tipo di futuro? Non ho la risposta per adesso.

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L’AUTOMAZIONE DELLA PRODUZIONE: L’OPPORTUNITÀ PER LIBERARCI DALLA SCHIAVITÙ DEL LAVORO

In un’intervista di qualche mese fa Bill Gates, il fondatore della Microsoft nonché uomo più ricco del mondo, ragionava sul fatto che l’automazione sta portando via posti di lavoro. Questo crea un problema e la soluzione poteva essere tassare i robot e investire i soldi ricavati in formazione per i nuovi disoccupati.
Gates ammette che un’operazione di questo tipo potrebbe però rallentare la crescita delle aziende stesse, se il costo di queste tasse fosse a loro addebitato, in quanto smetterebbero di adottare robot nel ciclo produttivo. Ma proprio questo rallentamento sarebbe auspicabile, visto che ancora non siamo pronti a gestire un mondo così automatizzato.

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LE INCOMPRENSIONI SULLA MONETA, SUI BTP, LE BANCHE CENTRALI E SUL RUOLO DELLO STATO

Molte volte si parla di una Banca Centrale come di un’azienda. In effetti questi Istituti vengono investiti dallo stesso processo di disinformazione trentennale che investe gli Stati, ovvero che devono essere equiparati alle famiglie e alle attività commerciali. Insomma: rispetto dei parametri in capo al “buon padre di famiglia” che spende solo per quello che guadagna, entrate = uscite, e non si indebita! perché indebitarsi equivale a mettere in difficoltà i propri figli, quindi le generazioni future. Tutto torna.

Ma che tipo di azienda è una Banca Centrale? Cosa produce e cosa ci deve fare con gli eventuali guadagni?

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NOI SAPPIAMO! “UNO, NESSUNO E 10.000”

ATTENZIONE:

QUESTO EVENTO E’ STATO SPOSTATO AL 17 GIUGNO 2017 (STESSO LUOGO E STESSA ORA)

Evento periodico ad ingresso gratuito.

Cosa succederebbe se scoprissimo che debito pubblico e inflazione sono artifici contabili e perfettamente controllabili? … che della moneta conosciamo le funzioni ma non la natura? forse capiremmo che non ha senso l’austerità, le aziende che chiudono e le banche che falliscono, le famiglie che non arrivano alla quarta settimana e la disoccupazione “strutturale”.  E potremmo anche scoprire che esistono altre possibili teorie economiche e magari cominciare a pensare che non tutto è ineluttabile come ci dicono.

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LA SCUOLA, L’ACQUA, I DIRITTI, LA MONETA COMPLEMENTARE

Il malsano Facebook mi ha ricordato questo articolo che oggi compie 2 anni. Me lo sono riletto e mi è piaciuto per cui lo ripropongo sul mio blog. Parla di scuola ma anche di acqua e di moneta complementare e soprattutto di diritti sopiti misti a un po’ di storia, che non guasta mai.

Come cittadino mi sento in dovere di tornare a parlare di Scuola, perché ritengo sia necessario difenderla e che sia il primo degli investimenti per il futuro del nostro Paese.
E intendo parlarne perché vedo che peggiora di giorno in giorno non per colpa di chi la fa ma per colpa di chi la gestisce senza capirla. E in questo marasma quotidiano capita di tutto, anche di leggere che sempre più spesso i genitori sono chiamati ad intervenire in prima persona in opere di tinteggiatura di aule, cosa che succede ovviamente anche a Ferrara, e che tali interventi siano accompagnati da affermazioni del tipo ‘la buona scuola è proprio quella che parte dal basso’. E non è tutto, si prospetta addirittura di crearne un modello da esportare in altre scuole.

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OLTRE IL DEBITO…E LA CREATIVITÀ DELLA FINANZA SPECULATIVA

Articolo pubblicato su scenarieconomici qui

Il 4 novembre 2016 è stato il giorno di Cottarelli a Ferrara. Prima alla facoltà di economia con gli studenti e poi, nel primo pomeriggio, incontro con i cittadini alla Camera di Commercio.

Come può essere un incontro con Carlo Cottarelli, da sempre esponente non secondario del Fondo Monetario Internazionale e per un po’ addetto ai “tagli” al nostro Ministero dell’Economia? Dipende!

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STORIE – UN / IL DEBITO DELLA MADONNA

La storiella è di Margaret Kennedy, coordinatrice di un circuito di monete complementari locale tedesco: “In Paradiso, intorno a Natale l’anno scorso, la Madonna si ricorda all’improvviso, stiamo preparando per i festeggiamenti, per la nascita di Gesù e si ricorda all’improvviso che aveva contratto un debito non pagato. Quando era Leggi tutto…

LETTURA GIORNALI – SOLDI AL VENTO

Interessantissimo articolo oggi sul sole24ore in merito al QE della BCE. Si sottolinea che la creazione di denaro per una somma (stratosferica) di 3.400 miliardi avrebbe creato 4,5 milioni di posti di lavoro, portato l’inflazione mediamente nei paesi di interesse al 2% (euforia) e tenuta basso il valore dell’euro di circa il 20% in maniera da aumentare l’export (motivo per cui gli USA sono un po’ incazzati).

Proviamo a leggere questi dati in maniera diversa.

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