Le Mura di Gerico

ECONOMIA EPIDEMIA E DENARO. CHI VINCERÀ?

Avviso: post probabilmente non per tutti nr. 2
Ora è chiaro che a noi ci frega proprio la nostra mania di contare, segnare, tratteggiare, pittogrammare fin dai tempi delle tavolette assire. Certo ci frega pure il fatto che nonostante abbiamo la capacità di scrivere esattamente tutto ciò che facciamo, vogliamo fare, vorremmo fare (addirittura) non abbiamo poi però la voglia di rileggere. Del resto succede anche a me, una volta pubblicato un libro o un articolo non mi va di rileggerlo e spesso mi perdo quello che ho scritto dalla memoria.

LA PAURA DEGLI USA IN RICORDO DELLA GRANDE DEPRESSIONE

Si superano abbondantemente gli shock petroliferi, il crollo del sistema di Bretton Woods e l’impennata dell’inflazione degli anni ’70 con conseguente cura Volcker (presidente della FED) che portò i tassi di interesse fino al 21,5% causando a sua volta non pochi problemi, fino alla recessione del 2009 dopo il crollo di Wall Street del 2008, di cui tutti abbiamo memoria.

VENEZUELA … FORSE UNA SCELTA DI CAMPO

Le misure imposte da Trump hanno impedito l’acquisto di debito venezuelano, l’acquisto di titoli della società pubblica che controlla il petrolio, di ogni altra società venezuelana e di società partecipate dal governo di Caracas, nonché bloccato ogni finanziamento in dollari al Paese. In sostanza, il Venezuela è stato escluso dal mercato più grande del mondo (il dollaro rappresenta tra il 40 e il 60% delle transazioni finanziarie globali).

L’INCONSISTENZA DEL DIBATTITO ELETTORALE SU PROTEZIONISMO, LIBERO MERCATO E GLOBALIZZAZIONE

Articolo pubblicato su ferraraitalia qui (quasi uguale)

Il dibattito elettorale si sofferma molto su “protezionismo”, “libero mercato” e “globalizzazione”. Lo fa in maniera semplicistica, attraverso slogan, e quasi sempre ai limiti del surreale. Gli arbitri, i giornalisti, dimostrano meno conoscenza del politico di turno, populisti al limite del grottesco in quanto non fanno altro che rimarcare le “credenze” popolari giocando sulla parola “libero” che niente ha a che fare con il mercato, e “protezionismo” omettendo che in economia non vuol dire autarchia e chiusura indiscriminata.

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IL BIKINI E L’IPOCRISIA DEL CONQUISTATORE

Da wikipedia: Il bikini moderno è stato inventato dal sarto francese Louis Réard Parigi nel 1946 (introdotto ufficialmente il 5 luglio). Il nome richiama l’atollo di Bikini nelle Isole Marshall, nel quale negli stessi anni gli Stati Uniti conducevano test nucleari: Reard riteneva che l’introduzione del nuovo tipo di costume avrebbe avuto effetti esplosivi e dirompenti.

In fondo un po’ di cattivo gusto o quanto meno superficialità da parte dell’inventore del bikini a mio parere ci fu tutto. Certo, business is business in ogni cosa, ma ripensando all’attenzione di Trump verso i bambini siriani mi viene da pensare alla mancata attenzione ai bambini dei nativi americani, oppure ai bambini iracheni che hanno sofferto le conseguenze degli embargo durante il periodo di Saddam e, dopo, di quelli libici e passando per tanti altri fino ai bambini delle isole Marshall, Bikini in particolare. Alla fine della riflessione concludo che i bambini non si aiutano con le bombe.

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