LA PAX AMERICANA ALLA FINE DEL CICLO
La Pax americana appare, secondo alcuni analisti, alla fine del ciclo. La Russia insiste in Ucraina e dopo due anni non dà cenni di voler cedere, anzi la sua economia interna non sembra aver subito colpi prorompenti. La Cina continua la sua ascesa economica e piano piano si insinua nelle acque antistanti la sua costa nonostante gli USA rafforzino i loro legami con i Paesi che la circondano, dall’Australia alla Corea del Sud passando per il Giappone. L’Iran getta scompiglio in Medio Oriente e Israele non sembra fare i passi giusti per fare da contrappeso. La Corea del Nord comincia a trovare una sua collocazione internazionale che non la vede più sola ma, grazie alla guerra in Ucraina, trova sponde nella Russia e nella Cina. Anche gli Huti, fino ad ieri sconosciuti ai più, alzano la testa e gettano scompiglio nel Mar Rosso bloccando i traffici dei paesi occidentali.
A molti fa paura la situazione interna americana che vede contrasti sempre più pregnanti e devastanti. Stragi continue, segno di una società violenta che se da una parte non guasta alla visione imperiale, dall’altra appare troppo divisiva e a lungo andare potrebbe essere un problema l’eccesso di armi in circolazione. Qualcuno teme una rivolta o una guerra civile viste le divisioni molto accentuate tra i leader politici.
Dopo un periodo di calma apparente dovuto al venir meno della minaccia sovietica e alla propensione europea a farsi portavoce e portabandiera della pace nel mondo si riscoprono le necessità di aumentare gli armamenti a tutte le latitudini. Persino la Germania e il Giappone, nonostante l’invecchiamento delle rispettive società, gridano alla necessità bellica e spendono o promettono di spendere miliardi in nuove capacità distruttive.
Che una fine ciclo sia possibile ce l’insegna la storia. Tutti gli Imperi hanno conosciuto un inizio, uno svolgimento e una fine. Di solito, purtroppo, non indolore. L’Inghilterra ha lasciato lo scettro imperiale a causa di due guerre mondiali che l’avevano praticamente distrutta, da cui poi si è ripresa ma non è mai tornata agli antichi splendori. L’Impero romano non era più riuscito ad assicurare equilibrio con i suoi confinanti barbari, il suo esercito, i cittadini e la struttura di comando.
Se siamo davvero a fine ciclo non vuol certo dire che gli Stati Uniti saranno sostituiti domani, ci vorrà tempo e probabilmente disastri più evidenti di quelli a cui stiamo assistendo in questo tempo. L’unica speranza è che si faccia tesoro del passato e ci si prepari in maniera più intelligente, tipo non dedicandosi al riarmo ma trovando soluzioni di dialogo e rispetto. Magari di ascolto. Cosa che in fondo stanno chiedendo a gran voce tutti gli altri Paesi che si sentono “imperiali” e non disposti ad essere sudditi, come la Russia e la Cina fino all’Iran.
Nessuno di questi paesi, mi sembra evidente, non hanno ancora le carte in regola per sostituirsi agli USA, sono ben lontani dal livello della potenza americana. Ma sono pronti a fare danni incalcolabili, siamo nell’era atomica e della pazzia. Prima di arrivare al caos sarebbe il caso di cominciare a parlare per far cessare da subito le armi.
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