Le Mura di Gerico

ISRAELE E UCRAINA. L’INIZIO DELLA FINE.

Per questo motivo si appoggia sempre più alla Francia, alla Polonia e ai Paesi Baltici con la speranza di allargare il conflitto e costringere gli USA e la Nato ad un intervento diretto. La Francia intravede la possibilità di mettersi alla guida di un futuro esercito europeo grazie alla sua capacità nucleare e quindi spalleggia i Paesi ex sovietici nella loro paura atavica e a tratti esagerata o poco fondata nei confronti della Russia.

LA PAX AMERICANA ALLA FINE DEL CICLO

Mentre una rivoluzione tecnologica spinge la più pericolosa corsa agli armamenti della storia umana, una coalizione di potenze che vanno dalla Cina e dalla Russia all’Iran, al Venezuela e alla Corea del Nord sta cercando di minare la sicurezza americana e spezzare il potere americano. Negli Stati Uniti, l’establishment della politica estera in entrambi i partiti politici è ampiamente screditato

LA MORALITA’ SACRIFICATA ALLA RAGION DI STATO

Il punto morale è quanto una democrazia liberale, intrisa di retorica di libertà individuale, possa continuare a mantenersi tale pur scendendo a compromessi sempre più illiberali. La detenzione di giornalisti che mostrano alle persone gli estremi di questi compromessi, la costrizione al confino dei whistleblower come Snowden, costretto per ironia della sorte a rifugiarsi proprio in Russia ci mostrano (seppure ben coperti da un indegno velo di silenzio) come le cose non stiano andando per il verso giusto.

LA NATO SI RINFORZA. AUMENTANO ANCORA LE SPESE MILITARI NEL MONDO

circa due terzi dei 31 paesi membri della Nato – ovvero più o meno 20 – si starebbero avvicinando alla soglia minima richiesta da Trump (dedicare alla difesa il 2% del Pil nel 2024). Si tratta di
un numero molto più alto delle stime più recenti dello scorso luglio (11 Paesi) e dei dati certificati nel rapporto annuale del 2023 (6 Paesi). Segno appunto di una crescita generale o di una “paura” generale o semplicemente si è capito che gli investimenti in armi fruttano.

BOMARDAMENTO IN YEMEN. ANCORA.

Oggi a bombardare lo Yemen sono Stati Uniti e Gran Bretagna mentre l’Arabia Saudita che pure aveva, per così dire, difeso Israele intercettando qualche missile diretto appunto a Tel Aviv se ne tiene alla larga. Aveva infatti con fatica cercato di smorzare i toni dopo un decennio infruttifero di guerra e distruzioni e si era avviata verso una pacifica convivenza.